approfondimento

Evviva la schiscetta: idee sfiziose per il pranzo in ufficio

Evviva la schiscetta: idee sfiziose per il pranzo in ufficio
APPROFONDIMENTO
Tempo di lettura 4'

A Torino si chiama barachin, in passato era conosciuto come marmitta o gavetta, ma oggi il contenitore del pranzo in ufficio è principalmente conosciuto come schiscetta.
In pochi sanno che la schiscetta ha una lunga storia alle spalle: è un termine dialettale di origine lombarda che indica il contenitore con cui operai e studenti portavano il cibo a scuola o al lavoro e deriva dal temine schiscià che significa “schiacciare”, perché il cibo veniva schiacciato sul fondo del contenitore.
Il primo contenitore studiato e disegnato per gli operai nacque nel 1952 con il nome di “La 2000”: era in alluminio e con la chiusura ermetica.
Negli anni la schiscetta è diventata un simbolo del boom economico, tanto che il primo modello è in mostra permanente al Museo del Design della Triennale presso la Villa Reale di Monza.
Dai primi anni Cinquanta a oggi però la domanda è sempre la stessa: che cosa metto nella schiscetta?
Vediamo insieme alcuni spunti per preparare una schiscetta gustosa e bilanciata tra proteine, grassi sani e carboidrati.

Cous cous con verdure di stagione e insalata di carne
Questa ricetta si presta a tantissime occasioni ed è un ottimo piatto da portare al lavoro perché si può gustare sia caldo che freddo.
Prendi 50 grammi di cous cous precotto e mettilo in una ciotola, aggiungi un po’ d’olio e una presa di sale e poi versa l’acqua bollente, seguendo le istruzioni della confezione.
Taglia delle verdure di stagione a dadini o a strisce sottili: noi suggeriamo un mix di zucchine, melanzane e peperoni rossi e gialli. Fai cuocere le verdure a fiamma vivace con olio e uno spicchio d’aglio e dai sapore con sale e pepe. Quando le verdure sono cotte, aggiungile al cous cous mescolando bene.
Una volta che sarà raffreddato, unisci qualche ciuffo della nostra insalata di carne per integrare la giusta componente proteica e avrai preparato una schiscetta appetitosa e super equilibrata!

Couscous di verdure

Insalata con straccetti di fettine di vitello
Si sa, spesso la schiscetta si riempie con gli avanzi del giorno prima, quindi se ti avanzano delle fettine di carne già cotte, puoi preparare un’ottima insalata completa di proteine animali. Si presta bene anche l’arrosto, soprattutto se è uno dei nostri tenerissimi “Pronti nel sacco”!
Ecco i nostri suggerimenti: scegli un mix di radicchio, lattuga, rucola e valeriana per un tocco colorato e un contrasto di sapori dolci e amari. Se vuoi, puoi arricchirla con carote tagliate alla julienne, peperoni crudi tagliati a dadini, pomodorini e altre verdure fresche.
Per una componente croccante puoi aggiungere della frutta secca tagliata molto grossolanamente come noci, mandorle o nocciole oppure dei crostini di pane. A questo punto aggiungi le fettine di carne che hai avanzato tagliata a striscioline e delle mozzarelline o dei cubetti di formaggio semi-duro, come la feta.
Infine sbizzarrisciti con il condimento: la base da cui partire è sempre la triade oleoso-acido-salato, che però si può variare con ingredienti alternativi al classico olio, aceto e sale. Per esempio l’olio extravergine di oliva si può sostituire con l’olio di noci o con olio aromatizzato agli agrumi o al peperoncino per un gusto pungente. Al posto dell’aceto bianco puoi usare quello balsamico, di mele, di riso o ancora il succo di limone e la salsa di soia, che fa le veci anche del sale.
Infine puoi rendere davvero originale la tua insalata con le spezie che più ti piacciono: pepe nero o bianco, zenzero fresco grattugiato, origano, erba cipollina o menta.
Il trucco per mangiare una buona insalata è preparare l’emulsione con i condimenti in un piccolo contenitore a chiusura ermetica da versare al momento del pasto, per preservare la freschezza delle foglie.

Insalata con straccetti di vitello

Il burritos
Per una schiscetta dal gusto etnico invece, ti consigliamo il nostro burritos con insalata di carne, avocado, fagioli e cipolla: con questa ricetta, il tuo pranzo non avrà nulla da invidiare ai gustosi tramezzini del bar e appena aprirai la schiscetta tutti i tuoi colleghi vorranno la ricetta!

Burritos con insalata di carne di vitello

I piatti pronti
Infine ti consigliamo di tenere sempre in frigorifero uno dei Piatti Pronti del Vitello di Casa Vercelli, da tirare fuori quando non hai avuto tempo di preparare nulla.
La linea dei Piatti Pronti offre un’ampia scelta di ricette: se hai voglia di un piatto freddo puoi provare il vitello tonnato oppure puoi scaldare velocemente nel microonde le polpette al sugo, il polpettone alla zingara, le scaloppine ai funghi o l’arrosto con le patate. E se ami i gusti intensi, il fegato di vitello alla veneziana è quello che fa per te!
A questo punto idee per un pranzo in ufficio sano e appetitoso ne hai tante: come preparerai la tua schietta oggi?

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Estate: ricette da gustare sotto l’ombrellone

Estate: ricette da gustare sotto l’ombrellone
APPROFONDIMENTO
Tempo di lettura 4'

L’estate si fa sentire e la voglia di passare intere giornate in spiaggia cresce sempre di più. Quando si ha il mare davanti, tornare a casa per pranzo sembra uno spreco di tempo che impedisce di approfittare delle ore di maggior tranquillità.
Dopo mezzogiorno però le temperature si alzano molto ed è importante tenersi ben idratati, usare la protezione solare, non stare troppo tempo al sole diretto e fare dei bagni frequenti. Inoltre con il caldo estivo non bisogna appesantire la digestione con piatti fritti o condimenti troppo grassi.
Ecco quindi alcune semplici ricette da portare in spiaggia per un pasto leggero ed equilibrato.


La pasta fredda, il piatto italiano per eccellenza in versione estiva
Se non riesci a rinunciare a un piatto di pasta nemmeno sotto all’ombrellone, la pasta fredda è quel che fa al caso tuo: basta scegliere una pasta corta e dare sfogo alla tua fantasia per gli ingredienti.
Ti proponiamo una nostra ricetta perfetta per l’estate: pasta fredda con pesto di rucola, pomodori colorati e insalata di carne. Il sapore della rucola e del pecorino si sposano benissimo con gli sfilacci di vitello e i pomodorini aggiungono un tocco fresco e dolce: un mix assolutamente da provare!

Pasta fredda con insalata di carne di vitello

Le Bowl colorate
La bowl, dall’inglese ciotola, è un ottimo piatto unico dalle origini hawaiane che si mangia freddo. Può essere composta da cereali, pesce, carne, legumi e ancora frutta, verdura, semi, salse e numerose spezie.
La varietà di ingredienti lo rende un piatto nutriente e bilanciato che sazia senza appesantire.
In base alla scelta degli ingredienti, le bowl assumono nomi diversi: le power bowl hanno proprietà energizzanti, le grain bowl sono ricche di cereali, le healthy bowl sono ben bilanciate e perfette per chi segue regimi alimentari controllati e le rainbow bowl, infine, contengono un mix di ingredienti che le rendono super colorate.
A quest’ultima categoria appartiene la nostra rainbow bow a base di spinacino fresco, mais, pomodorini ciliegino e carote a cui abbiamo aggiunto l’insalata di carne e le noci per dare il giusto apporto di proteine e grassi sani.
In effetti l’insalata di carne è una valida alternativa sia al tonno, che di solito si mette nelle insalate o nella pasta fredda, sia ai latticini che non tutti possono mangiare e che con il caldo fermentano nell’intestino.
Gli sfilacci di vitello sono saporiti, ricchi di proteine, poveri di grassi e facili da usare: fosse anche solo per farcire un panino, al posto degli insaccati. Impara a conoscere e a usare la nostra insalata di carne, te ne innamorerai!

Rainbow bowl con insalata di carne di vitello

Le bevande fresche per mantenersi idratati
In spiaggia quando il caldo si fa sentire è importante reintegrare i liquidi bevendo molto. Per questo motivo, ti suggeriamo alcune ricette per preparare delle bevande dal giusto fresco e dissetante.
Puoi optare per delle acque aromatizzate alla frutta, che si preparano lasciando in infusione la frutta nell’acqua per almeno due ore in frigorifero. Per il mix di frutta c’è l’imbarazzo della scelta: fragole e anguria, pesca e melone o mora, mirtilli e lamponi e se vuoi aggiungere un tocco di sapore in più puoi unire qualche foglia di menta fresca e dei dolcificanti naturali come l’agave o la stevia.
Se invece preferisci qualcosa dal gusto più pungente, puoi preparare una bevanda tagliando a fettine una radice di zenzero fresco e facendole bollire in acqua per 10 minuti. Dopo aver filtrato il tutto in una bottiglia di vetro, ti basterà aggiungere del succo di limone e, a scelta, del miele o del dolcificante naturale.
Ora sai tutto quello che ti serve, inizia a prepararti e… buon mare!

bevande fresche dal portare al mare

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Frattaglie di vitello gourmet

Frattaglie di vitello gourmet
APPROFONDIMENTO
Tempo di lettura 4'

Come abbiamo visto nel nostro precedente articolo sul quinto quarto, le frattaglie sono una parte dell’animale che in tempi antichi veniva riservata alla popolazione che non poteva permettersi i tagli più pregiati. Negli ultimi anni però queste parti del vitello sono state rivalutate grazie alle ricette proposte da alcuni celebri Chef italiani nei menu dei loro ristoranti stellati.

Spiedini di rognone all’arancia di Alessandro Borghese
Gli spiedini sono un’idea originale per assaggiare le frattaglie, perfetti da portare in tavola anche nelle serate estive. Alessandro Borghese, uno degli Chef più amati dagli italiani, ha ideato questi gustosi spiedini di rognone che richiedono un procedimento abbastanza semplice.
Innanzitutto è necessario mettere il rognone a bagno in acqua e aceto per almeno mezz’ora in modo che la carne perda il suo sapore forte; dopo aver sciacquato bene i pezzi di rognone, si tagliano a metà e si insaporiscono con sale e pepe, per poi infilarli negli spiedini.
Si passa quindi alla preparazione di una salsa all’arancia di accompagnamento, soffriggendo della cipolla tritata e aggiungendo dello zucchero quando inizia a dorarsi e, una volta sciolto, un bicchiere di succo d’arancia.
Quando la salsa all’arancia e cipolle è pronta, si può passare alla cottura degli spiedini in una padella con un po’ d’olio e uno spicchio d’aglio schiacciato.
Quando gli spiedini saranno dorati, si aggiunge un condimento a base di prezzemolo, mollica di pane tritata, la scorza grattugiata di una arancia e si fa rosolare per qualche minuto. Ultimo tocco: aggiungere un cucchiaio di succo d’arancia e farlo restringere.
A questo punto gli involtini sono pronti e basterà disporli su un piatto da portata con un fondo di mollica di pane e guarnirli generosamente con la salsina d’arancia e cipolle.

Trippa di vitello su crema di fagioli di Antonino Cannavacciuolo
Lo Chef partenopeo propone invece una rivisitazione culinaria ed estetica della trippa, accompagnata da una raffinata crema di fagioli.
Per prima cosa è necessario far bollire 400 grammi di fagioli lasciati in ammollo una notte con cipolla, carota e una costa di sedano.
Poi si sbollenta la trippa per 20 minuti con un miscuglio di acqua, aceto bianco, vino bianco, pepe in grani, alloro e un mazzetto aromatico. Una volta cotta, si scola la trippa e – seguendo un trucchetto di Cannavacciuolo – si taglia a listarelle molto fini per creare un piatto bello ed elegante.
A questo punto la si fa rosolare per qualche minuto con un trito grossolano di cipolla, sedano e carote e quindi si fa sfumare con un po’ di vino bianco. Quando l’alcool sarò evaporato, si aggiungono due cucchiai di passata di pomodoro, un paio di mestoli di brodo e si fa cuocere per almeno un’ora a fiamma medio-bassa.
Quando i fagioli saranno cotti, si devono scolare, tenendone da parte due cucchiai. Con un frullatore si riducono in una crema liscia alla quale si aggiungeranno abbondante parmigiano e pepe nero.
In un bel piatto da portata, infine, distribuire un cucchiaio di crema di fagioli e adagiarvi sopra la trippa con l’aiuto di un coppapasta per formare una torretta. Decorare con qualche fagiolo intero condito con olio, sale e pepe e… voilà, la trippa gourmet di Chef Antonino è pronta!

Animelle di vitello con agretti e salsa di rabarbaro di Carlo Cracco
Le animelle rientrano anch’esse nella famiglia del quinto quarto. Ma che cosa sono esattamente le animelle? Sono delle ghiandole salivari presenti negli animali giovani, che tendono a sparire con l’età adulta.
Carlo Cracco le propone in una ricetta con un contorno di agretti e salsa al rabarbaro: un piatto originale che richiede una preparazione che può eseguire anche chi non è “stellato”.
Per prima cosa estrarre, con un estrattore, il succo da 4 coste di rabarbaro; passare poi alle animelle e farle sbollentare per qualche minuto per rassodare la carne. Scolare e asciugare con della carta assorbente per evitare che l’acqua sfrigoli a contatto con l’olio.
Il passo successivo è scottare le animelle in padella fino a dorarle con una crosticina croccante. A questo punto, rimosso il grasso in eccesso dalla padella, aggiungere una noce di burro e uno spicchio d’aglio in camicia e quando il burro si scioglie, usarlo per mantenere idratate le animelle sulla parte superiore.
Togliere le animelle dalla pentola e disporle su una teglia. Nella padella in cui sarà rimasto il burro, far sciogliere un cucchiaio abbondante di miele e aggiungere il succo del rabarbaro e un po’ di sale.
In una padella a parte, far cuocere un mazzetto di agretti con olio, sale e un goccio d’acqua. Mettere l’animella in forno per 3 minuti a 200° e poi passare alla composizione del piatto dando sfogo alla creatività: preparare un fondo di agretti, appoggiare sopra le animelle e condire con qualche granello di sale grosso e la salsa al rabarbaro.

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Il quinto quarto, uno scarto pregiato

Il quinto quarto, uno scarto pregiato
APPROFONDIMENTO
Tempo di lettura 3'

Abbiamo già visto in uno dei nostri approfondimenti che sotto il nome quinto quarto rientra tutto ciò che non rientra nei quattro tagli principali della carne: l’animale generalmente viene tagliato in due e poi di nuovo in due in maniera da ottenere quattro tagli, due anteriori e due posteriori.
Il quinto quarto invece è composto dalle frattaglie, cioè l’insieme di organi interni del bovino.
Nei tempi più antichi, il bestiame veniva ripartito secondo uno schema ben preciso: il primo quarto veniva venduto alla classe nobile, la seconda parte era destinata al clero, la terza parte finiva sulle tavole della borghesia e con la quarta si sfamavano i soldati. La classe più povera dei lavoratori poteva permettersi soltanto il quinto quarto, le frattaglie.
Il nome, che sembra quasi un gioco di parole, in realtà allude a due fattori: al peso delle frattaglie - che rappresenta circa un quarto dell’animale - e all’importanza di questi scarti nella tradizione culinaria delle regioni italiane.

Frattaglie: un toccasana per la dieta
Se si viaggia da una regione all’altra d’Italia capiterà sicuramente di sentire nomi diversi per le varie frattaglie. Ecco un elenco dettagliato per capire quali sono le parti che costituiscono il quinto quarto: animelle, cervello, coda, cuore, fegato, intestino tenue, lingua, mammelle, milza, polmoni, rognoni, testicoli, trippa e zampe.
A differenza di quanto si possa pensare, molti di questi “scarti” hanno delle ottime proprietà nutrizionali per l’alto apporto proteico, vitaminico e di sali minerali. Alcune frattaglie hanno una quantità davvero minima di lipidi, alla stregua dei tagli di carne più magri che siamo abituati a portare in tavola.

La lingua, il diaframma, il rognone e la trippa sono paragonabili alle carni magre o semigrasse, mentre altre parti come il cervello rientrano nella categoria delle carni grasse.
Le frattaglie di migliore qualità possono giovare a chi soffre di anemia per la ricchezza di vitamina B12 che consente l’assorbimento del ferro, e aiutano anche in caso di carenza di vitamina A, che favorisce la funzionalità della vista e il rinnovamento cellulare.
L’unico dubbio che viene mosso nel consumo delle frattaglie, riguarda le contaminazioni: trattandosi di organi interni, questi tagli di carne sono maggiormente esposti a contaminazioni di patogeni e antibiotici per l’allevamento. Per ovviare al problema, basta conoscere la provenienza e scegliere carni 100% italiane in cui si seguono le rigorose normative europee in materia di allevamento.
Le frattaglie migliori a livello nutrizionale sono la milza che è l’organo con il maggiore apporto di ferro in assoluto (circa 42mg su 100g di carne) e il fegato, anch’esso ricco di ferro, fosforo, sodio calcio e vitamine A, C e B12.

Vediamo insieme due ricette per cucinare queste frattaglie.

Frattaglie da street food: il Pani câ meusa siciliano
Per fare il pieno di ferro e cucinare la milza, facciamo ricorso alle mani esperte dei siciliani che propongono un’appetitosa ricetta da street food a base di milza – in siciliano meusa - e polmoni di vitello.
Per sfornare 4 deliziosi panini câ meusa, la preparazione è semplice: basta sbollentare 400 grammi di milza e 200 grammi di polmone per 3-4 minuti in acqua salata. Dopo che le avrai scolate e lasciate asciugare, riduci le frattaglie in listarelle sottili. Fai sciogliere abbondante strutto in padella e friggi la carne finché non diventa leggermente croccante. A questo punto falla asciugare in carta da cucina, aggiungi sale e pepe e farcisci i panini con le frattaglie, tanto caciocavallo grattugiato e qualche goccia di succo di limone.

Un classico: il fegato alla veneziana
Quando parliamo di fegato, ci viene subito in mente Venezia: non c’è dubbio, per preparare un piatto sfizioso con il fegato di vitello, dobbiamo affidarci alla tradizione veneta che lo serve con un contorno di cipolle.
Per preparare questo piatto, metti in padella un po’ d’olio e una noce di burro e quando iniziano a soffriggere, aggiungi 500 grammi di cipolle bianche e del prezzemolo tritato. Fai stufare per un’ora quindi aggiungi 600 grammi di fegato tagliato a fettine sottili. Fai cuocere per cinque minuti, togli dal fuoco e aggiusta di pepe e sale. Servi il fegato alla veneziana ancora caldo con crostini di pane o un po’ di polenta.

Se vuoi assaggiare questo squisito piatto regionale, ma non hai tempo per la preparazione, puoi affidarti al Vitello di Casa Vercelli che nei suoi Piatti Pronti propone il fegato alla veneta preparato con carni di pregiati vitelli italiani

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Regione che vai, cotoletta che trovi!

Regione che vai, cotoletta che trovi!
APPROFONDIMENTO
Tempo di lettura 4'

I piccini ne vanno matti, i grandi la mangiano con gusto: a tavola la cotoletta riesce a mettere d’accordo proprio tutti! In Italia sono tante le regioni che hanno creato la propria variante, c'è solo una regola da mantenere: una cotoletta che si rispetti deve essere di carne di vitello di qualità!
Per questo puoi affidarti alle Fettine Scelte del Vitello di Casa Vercelli: carne di pregiati vitelli nati, allevati e selezionati in Italia.
Vediamo insieme alcune di queste ricette da portare a tavola!

Costoletta alla milanese
La cotoletta o costoletta alla milanese è da considerarsi la madre di tutte le varianti, anche se in realtà l’Austria ne rivendica l’invenzione con la sua Wiener Schnitzel.
La costoletta alla milanese si prepara rigorosamente con delle grosse costolette di vitello con l’osso ancora attaccato. È necessario eliminare il grasso esterno dalle fette di carne, praticare delle incisioni in due o tre punti per evitare che la carne si arricci in fase di cottura e passarle al batticarne se risultassero troppo spesse. Prima di friggerle in una padella con il burro chiarificato devono passare in un battuto di uova, sale e pepe nero e poi rapidamente nel pan grattato avendo cura però di impanarle bene.

La milanesa alla napolitana
La cotoletta alla napoletana, contro ogni aspettativa sul nome, nasce in Argentina! Si narra che lo chef Jorge La Grotta nel suo ristorante “El napolitano”, stesse preparando l’ultima cotoletta rimasta per un cliente affezionato. Stanco da una giornata di fatiche, lo chef bruciò l’impanatura e per rimediare al pasticcio, ricoprì la carne con salsa di pomodoro, mozzarella e prosciutto. Il cliente rimase estasiato dalla rivisitazione e da allora il piatto entrò a pieno titolo nel menù del ristorante.
Per preparare una cotoletta alla napoletana, ti basterà partire dalla preparazione di una cotoletta milanese e una volta cotta, cospargerla di salsa di pomodoro, prosciutto crudo o cotto, mozzarella, sale, origano e cuocerla in forno a 180° per 10 minuti.

Cotoletta alla valdostana
La cotoletta alla valdostana è una variante ripiena di goloso formaggio che si fonde in cottura, perfetto per le serate più fredde! La ricetta va preparata con costolette di vitello, prosciutto cotto e il formaggio valdostano per eccellenza, la fontina.
Per gustare la versione valdostana, prendi delle costolette di vitello, tagliale orizzontalmente per ottenere due fettine più sottili, avendo cura di lasciarle attaccate all’osso. Tra i due lembi ottenuti, inserisci delle fettine di prosciutto e dei pezzi sottili di fontina, cercando di non fare uscire il ripieno al di fuori della carne. A questo punto passa il tutto in un uovo sbattuto, poi nel pangrattato e, friggi le cotolette nel burro chiarificato da entrambi i lati. Fai asciugare leggermente le costolette su carta assorbente e servile ancora calde.

Cotoletta guarnita del Friuli
Anche nel friulano la cotoletta Milanese non è esente da rivisitazioni e viene impanata e fritta con olio e burro chiarificato per poi servirla adagiando sopra la carne una fettina di limone tagliata al vivo, un’oliva verde denocciolata avvolta in un filetto d’acciuga e qualche cappero e uovo sodo sbriciolato.

Cotoletta alla bolognese
Nella terra dei tortellini, la cotoletta di vitello impanata e fritta si serve con prosciutto crudo dolce e scaglie di parmigiano, una vera leccornia depositata perfino alla Camera di Commercio di Bologna.
Per prepararla, sbatti l’uovo con abbondante parmigiano grattugiato, sale, pepe, noce moscata e poco succo di limone. La carne deve insaporire in questo composto per almeno 30 minuti, per poi essere passata nel pangrattato e fritta nel burro chiarificato da entrambi i lati. Quando le fettine saranno rosolate a puntino, disponi sopra qualche fettina di prosciutto crudo e il parmigiano morbido in scaglie. Metti di nuovo le fettine in padella e fai cuocere con il coperchio insieme a due cucchiai di brodo di carne. Cuoci finché il formaggio non risulterà fuso. Come per tutti i piatti a base di formaggio fuso, ti consigliamo di portare subito a tavola questo delizioso piatto.

Cotoletta alla palermitana
Spulciando un po’ nei ricettari della terra degli arancini e dei cannoli alla ricotta, ci sorprendiamo nello scoprire che la Sicilia ci propone una versione "light" della cotoletta, senza uova né frittura.
Per prepararla, unisci al pangrattato una generosa presa di pecorino e un trito di erba cipollina, prezzemolo e aglio. Spennella le fettine di vitello con olio extra vergine d’oliva e impanale bene. Disponi le cotolette in una teglia ricoperta di carta forno e inforna a 180° per un quarto d’ora. Il risultato sarà un piatto proteico e leggero dal gusto saporito e molto croccante!
Puoi servire tutte le versioni della cotoletta con patate fritte o al forno e un contorno d’insalata leggera. Il nostro consiglio è quello di mettere insieme più verdure che daranno un tocco colorato al piatto.

 

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Il vitello tonnato, una prelibatezza tutta piemontese

Il vitello tonnato, una prelibatezza tutta piemontese
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Tempo di lettura 2'

Un gusto delicato ma allo stesso tempo deciso, avvolgente e fresco: il vitello tonnato è un classico della cucina piemontese, tanto conosciuto da essere su Wikipedia con delle pagine dedicate in lingue straniere. Scopriamo insieme la storia e il metodo di preparazione di questa prelibatezza a base di carne di vitello.

La nascita del vitel tonnè
Partiamo dal nome e sfatiamo una falsa credenza: il nome vitel tonnè (o tonnà) al contrario di quanto si crede, non proviene dal francese bensì dal piemontese e significa “vitello conciato” (che si diceva tannè). Questa ricetta quindi non ha origini francesi ma è stata ideata e perfezionata nelle cucine dei Savoia.
Ma come è nato questo piatto dall’abbinamento bizzarro? Se si pensa che fin dal Medioevo si evitava l’accostamento di carne e pesce, questa accoppiata, per di più in una regione che non affaccia sul mare, sembra ancora più singolare.
In realtà la regione della Mole Antonelliana e delle belle Langhe fin da tempi immemori coltivava strette relazioni con la Liguria e con la Francia, e fin dal Settecento inizia a utilizzare le acciughe sotto sale sia per preparare la tipica bagna caoda sia per coprire i barili di sale che i commercianti del basso Piemonte nascondevano per non pagare le imposte.
Accadde così che si provò a “conciare” la carne di vitello con un trito di acciughe e capperi, scoprendo che era una salsa davvero deliziosa.
L’aggiunta del tonno avvenne più tardi da parte di un medico e ricercatore milanese, Angelo Dubini, che nel 1862 scrisse il ricettario “La cucina degli stomachi deboli” in cui per la prima volta comparve una “salsa a base di acciughe e tonno tritati e diluiti al fondo di cottura del vitello, all’olio e al limone”.
Negli anni a seguire, diversi autori di libri di cucina hanno parlato del vitello condito con questa salsa, che venne poi arricchita a inizio Novecento dalla maionese per dare una maggior cremosità.
Nel mondo dell’alta cucina, però, l’uso della maionese divide gli animi: c’è chi si rifiuta di usarla proponendo la ricetta originale del piatto e chi invece accoglie volentieri questa innovazione a favore di una consistenza vellutata e avvolgente.

Come prepararlo in casa
La preparazione del vitello tonnato è semplice; ne esistono molte versioni, noi proponiamo quella classica con uova sode e senza maionese.
Chiedi al tuo macellaio di fiducia un pezzo di girello di vitello, legalo accuratamente e fallo bollire in un litro d’acqua e mezzo litro di vino per circa un’ora con una cipolla, due carote a tocchetti, un sedano, qualche foglia di alloro, pepe in grani, chiodi di garofano e una presa di sale. Quando la carne sarà cotta, falla intiepidire senza buttare il brodo e mettila in frigo a rassodare per due ore.
Nel frattempo puoi dedicarti alla preparazione della salsa tonnata. In un contenitore per il mixer metti due uova sode tagliate grossolanamente, 150 grammi di tonno sottolio sgocciolato, 6 filetti d’acciuga sottolio e un cucchiaio di capperi dissalati. Frulla tutto e unisci un po’ di brodo di cottura in modo da ottenere una consistenza liscia ma non liquida.
A questo punto, taglia il vitello a fette molto sottili, disponile su un piatto da portata senza sovrapporle troppo e cospargile generosamente con la gustosa salsa tonnata. Portalo in tavola e gustalo accompagnato da un buon bicchiere di Chardonnay!
Se invece abbiamo stuzzicato il tuo appetito e non vedi l’ora di assaporare un gustoso piatto di vitello tonnato, prova la versione che il Vitello di Casa Vercelli ha preparato per te nella pratica confezione dei Piatti Pronti!

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Sud America: la carne di vitello in un'esplosione di sapori

Sud America: la carne di vitello in un'esplosione di sapori
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Tempo di lettura 6'

Continuiamo i nostri viaggi culinari e atterriamo in Sud America, un paese incantevole dal clima così diversificato da ospitare un terzo dell’intera biodiversità mondiale. Anche la cucina in Sud America è molto varia e in generale fa largo uso di carne, sia per le famose grigliate sia nelle ricette tradizionali.

Empanadas argentine
Quando si parla di carne, gli argentini sono dei maestri. La loro cucina si distingue prevalentemente per l’uso di carne e di frumento e risente molto dell’influenza della cucina spagnola e italiana.
In Argentina, oltre al famosissimo asado, sono celebri le empanadas, deliziosi panzerotti di carne che venivano preparati per accogliere i gauchos al rientro dalle pampas e ancora oggi sono un piatto che si prepara per le feste, in famiglia e con gli amici, all’insegna della condivisione.

Vediamo come preparare delle gustose empanadas.
Per l’impasto si devono mescolare 250 grammi di farina, un cucchiaio di zucchero, un tuorlo d’uovo, un cucchiaio di olio di semi, 70 millilitri di acqua e un cucchiaio di sale. Ottenuto un impasto omogeneo, si forma una palla che deve riposare in frigo per 30 minuti.
Per la farcitura, invece, è necessario far soffriggere una cipolla tagliata grossolanamente, uno spicchio d’aglio tritato, un peperoncino privato dei semi e tritato, 300 grammi di macinato di vitello.
Una volta che la carne è ben rosolata, si aggiungono mezzo peperone giallo e mezzo peperone rosso tagliati a tocchetti e poi le spezie: pepe bianco, origano secco, sale e cumino; si incorporano due cucchiai di concentrato di pomodoro e si lascia cuocere a fuoco basso per 10-15 minuti. Infine si unisce nella padella una patata lessa tagliata a tocchetti e tre cucchiai di olive verdi denocciolate, si fa insaporire e si mette il composto in una ciotola a raffreddare.
Per terminare, si stende l’impasto con uno spessore di 2 millimetri e si ricavano dei dischi da 11 centimetri di diametro che si riempiono con un cucchiaio di ripieno ciascuno. Si bagnano i bordi e si chiude l’impasto a mezzaluna con una piegatura speciale di cui si trovano vari tutorial su YouTube.
A questo punto si possono infornare le empanadas - spennellate con un tuorlo d’uovo mischiato a un cucchiaio di latte - su una teglia foderata con carta forno per 20 minuti a 200°.

Il pastel de papas cileno
In Cile la cucina è il risultato della fusione di tre tradizioni distinte - quella originaria degli indios precolombiani, quella francese e quella spagnola – e fa abbondante uso di carne, frutta, verdura a cui, nelle zone costiere, si aggiunge il pesce.
Il pastel de papas è una deliziosa torta salata a base di carne macinata di vitello e patate, semplice da preparare ma di grande effetto.
Per questo piatto cileno si parte dal ripieno di carne, che si ottiene facendo rosolare una cipolla, la polpa di due pomodori e il macinato di vitello. Per l’impasto di patate, invece, si devono schiacciare i tuberi precedentemente lessati e aggiungere le uova, il prezzemolo tritato e il formaggio grattugiato. Infine si assembla il tutto a strati in una teglia oleata - metà dell’impasto di patate, poi il ripieno di carne e ancora l’altra metà di patate – e si cosparge di pan grattato per cuocere in forno a 200° per 20 minuti.
È un piatto da provare assolutamente, una vera bontà!

Il lomo saltado peruviano
Con quasi 500 piatti tipici, la cucina peruviana è una delle più variegate al mondo: al suo interno sono racchiusi ben cinquemila anni di storia incaica, coloniale e repubblicana. La tradizione culinaria in Perù è una vera esplosione di sapori: patate, pomodori, mais e frutti esotici vengono combinati in piatti colorati e dal gusto intenso.
Una delle pietanze peruviane a base di vitello è il lomo saltado, un piatto dal gusto corposo che si afferma dal XIX secolo, periodo in cui il Perù inizia a risentire dell’influenza cinese: infatti, la cottura di questo piatto in pentola ad alte temperature, che in Perù viene chiamata salteado, rispecchia proprio queste influenze orientali.
Per preparare il lomo saltado i passaggi sono semplici, l’unica accortezza sta nel lasciar marinare il filetto di vitello tagliato a striscioline nel vino rosso per un’ora. Fatto questo, si fa saltare la carne in padella con aglio, polpa di pomodoro, cipolle tagliate alla julienne, un peperoncino jalapeno a fette, prezzemolo, aceto e il vino della marinatura.
L’optimum è accompagnare il lomo saltado con patate fritte e un letto di riso scondito, proprio come vuole la tradizione peruviana.

Ultimo, importante, consiglio per servire una vera cena del latino America è non risparmiare sulle dosi: proprio come in Italia, da una tavola sudamericana non ci si alza mai a stomaco vuoto!

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Dalla tavola degli Zar a quella dei Cosacchi, i piatti col vitello

Dalla tavola degli Zar a quella dei Cosacchi, i piatti col vitello
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Dopo i viaggi in Cina e Scandinavia, facciamo un viaggio culinario nella nazione più grande al mondo: la Russia. Con un’estensione geografica a cavallo tra due continenti, paesaggi che spaziano dalla fredda tundra alle spiagge subtropicali, c’è un sottile fil rouge che tiene insieme l’intera nazione: la sua vocazione imperiale.
Il Paese della vodka, del balletto classico e dell’architettura maestosa è pervaso da un sentimento di grandezza e regalità che, ovviamente, ha influenzato anche le ricette della cucina tradizionale.

Per esser precisi, la cucina russa è spaccata a metà tra la tradizione contadina a base di zuppe di cereali, tuberi e cavoli, e quella delle tavole delle famiglie reali con pietanze a base di carne condita con creme, panna acida e burro, create per soddisfare i palati di zar e zarine.
Quest’ultima tradizione culinaria risente di una forte influenza francese perché le cucine reali erano molte volte affidate alle mani esperte di cuochi francesi.
Tra i piatti più apprezzati dagli Zar sicuramente c’era la carne: selvaggina, pollame, ma anche la carne di vitello, che per il suo gusto delicato veniva considerata una carne nobile.
Vediamo insieme alcune ricette a base di carne di vitello amate dagli zar che sono diventa famose in tutto il mondo.

Vitello alla Orloff
Questa ricetta è stata inventata da uno chef francese che lavorava per il diplomatico russo Alexeï Fiodorovitch Orloff. La ricetta originaria era molto complicata e richiedeva tempi di cottura lunghissimi, per questo ne sono state studiate delle versioni semplificate.
Per preparare il vitello alla Orloff serve un carré di vitello da far rosolare nel burro e poi cuocere in forno. Una volta cotto e disossato, il carré va farcito con una salsa besciamella arricchita con tre tuorli d’uovo e una spolverata di tartufo nero; quindi il carré va ricomposto e cotto nuovamente in forno caldissimo per una decina di minuti.
Il Vitello alla Orloff è certamente un piatto nutriente e scenografico che va servito con un contorno di verdure cotte o di patate al forno.

Pojarski di carne
Le pojarski sono delle polpette di carne di vitello, il cui nome deriva dallo chef che le ha ideate alla corte dei Romanov. La preparazione è molto semplice: basta scegliere una polpa di vitello di qualità e fare un impasto classico a cui aggiungere della paprika e un po’ di burro.
Le pojarski, una volta fritte e ben dorate, vanno servite calde con cetriolini sott’aceto o con salsine fatte in casa.

La Skoblyanka
Nella tradizione culinaria contadina troviamo invece la Skoblyanka, un piatto unico a base di carne, patate e funghi. Questa ricetta si deve all’inventiva dei contadini Cosacchi dei monti Urali che la fecero conoscere poi in altre regioni e classi sociali fino a farla diventare un piatto tipico in molte zone della Russia.
La ricetta si prepara con carne di vitello e di maiale tagliate a pezzi molto piccoli, quasi come fossero straccetti.
La carne, insaporita con sale e pepe, si cuoce in padella con cipolla e funghi tagliati a lamelle e poi si aggiungono panna acida e senape. Terminata la cottura, si versa la carne su delle patate ben rosolate e di amalgama il tutto, facendolo cuocere ancora per qualche minuto.

Insomma, se si vuole portare in tavola un piatto a base di carne di vitello dal gusto ricco e corposo, la cucina russa non deluderà: l'importante è non dimenticare un bicchierino di vodka e… Prosit!

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Vitello a carne bianca: un concetto da approfondire

Vitello a carne bianca: un concetto da approfondire
APPROFONDIMENTO
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La carne di vitello appartiene alla categoria delle carni rosse ma è diversa dalle altre per vari motivi, scopriamoli insieme.
Innanzitutto la concentrazione di mioglobina, determinante per stabilire il colore della carne, in quella di vitello ha valori minimi, inferiori alle altre carni rosse derivanti da animali adulti.
Ciò nonostante la carne di vitello pur essendo rossa ha caratteristiche molto vicine a una carne bianca e il segreto sta nell’alimentazione degli animali: il vitello viene sottoposto infatti a una dieta a base di latte, fino a 8 mesi o al massimo un anno di età e proprio questa alimentazione consente di ottenere una carne molto chiara, caratterizzata dall’elevata digeribilità, dall’alto contenuto proteico e di acqua, dal basso contenuto in grassi e la rende al contempo tenerissima.

Il latte con cui viene alimentato un vitello può essere quello fornito dalla madre, oppure un latte appositamente formulato, che ha come base il siero di latte in polvere o una miscelazione di latti diversa, a seconda della fase di allevamento.
Ai fini di un miglioramento sempre crescente del benessere degli animali, la legge 91/629/Cee ha introdotto l’aggiunta di un alimento solido oltre al latte che aggiunga fonti energetiche e proteiche di origine vegetale e apporti adeguate quantità di ferro per soddisfare ai fabbisogni dei vitelli e aumentare le loro difese immunitarie, senza però influenzare in modo negativo la colorazione chiara della carne che caratterizza questa produzione.
Gli alimenti più idonei che permettono questo buon compromesso sono la paglia, il mais in granella, in fiocchi o insilato, oppure mangimi appositamente bilanciati e composti da vari cereali, paglia finemente trinciata e ingredienti proteici come pisello e soia.

Equilibrando in modo opportuno latte e componente solida si ottengono quindi effetti positivi sia sul benessere e sulla salute dei vitelli, sia sulla qualità finale del prodotto: una carne di eccellenza concepita in armonia con il benessere degli animali.

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Tutti pazzi per gli straccetti di vitello!

Tutti pazzi per gli straccetti di vitello!
APPROFONDIMENTO
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Quante volte avete poco tempo di cucinare ma vorreste stupire i vostri ospiti con un piatto “gourmet”? Eccovi la soluzione: gli straccetti.
Banalmente sono una la riduzione di una fettina di vitello, ma serviti in una insalata colorata con aggiunta di frutta secca oppure con una verdura saltata in padella impreziosita con una salsa agrodolce faranno la gioia di tutti i commensali.

La scelta della carne
Per preparare degli straccetti di vitello a regola d’arte la prima cosa da fare e scegliere il taglio di carne più adatto. Quelli più adatti per gli straccetti sono il sotto filetto e il carré, che è proprio quello delle nostre Fettine scelte: facili da stendere, da tagliare a strisce sottili sono ottime per preparare velocemente e con facilità delle ricette sfiziose e delicate per i vostri straccetti.

La preparazione
Per preparare degli straccetti perfetti bastano pochi accorgimenti:
- tirare fuori dal frigo le fettine di carne circa 20 minuti prima di iniziare con la preparazione: in questo modo avrà il tempo di raggiungere una temperatura simile a quella dell’ambiente il che permetterà una cottura uniforme;
- prendere un tagliere e un coltello affilato per affettare gli straccetti con facilità, avendo cura di tagliare le fettine per il lato lungo, in modo da avere il “verso” più tenero della carne;
- infarinare gli straccetti e rimuovere la farina in eccesso scuotendoli leggermente. La farina rimasta sarà utile per addensare i sughi di cottura della carne e ottenere delle ottime salsine con cui accompagnare gli straccetti.

Un trucchetto per una preparazione ancora più gustosa, adatta per le ricette più fresche è marinare la carne prima di infarinarla. Potete fare una marinatura classica con limone, sale, pepe e aggiungere delle erbe aromatiche oppure delle marinature più fantasiose con aceto balsamico, salsa di soia oppure miele.

Un’infinità di versioni
Gli straccetti si declinano in tantissime versioni, alcune ricette si prestano meglio come antipasti e altre invece sono ottimi secondi piatti.
Una versione molto conosciuta e perfetta per aprire un pasto sono gli straccetti con rucola e grana: in questo caso non è necessario infarinare la carne, basterà cuocerla in padella con un filo d’olio, disporla su un letto di rucola e condirla con scaglie di grana e un giro d’olio.
Per chi ama i sapori agrodolci, invece, sono ottimi gli straccetti con gli agrumi, che si fanno saltare in padella e poi in insalata con le arance oppure con i kumquat, i mandarini cinesi, per dare al piatto un tocco etnico.
Infine, per un antipasto adatto alle feste si può preparare la nostra Caesar Salad Natalizia, una rivisitazione con il vitello della famosa insalata di pollo.

Per un secondo piatto appetitoso a base di straccetti di vitello si può invece optare per degli straccetti con funghi porcini, oppure straccetti con pere e taleggio, o ancora straccetti con carciofi trifolati. Un piccolo segreto? Provate ad accompagnare queste ricette con dell’ottimo pane abbrustolito e ancora caldo, sarà un successo!

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