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L’importanza delle proteine della carne

L’importanza delle proteine della carne
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Tempo di lettura 3'

Insieme ai carboidrati e ai grassi, le proteine sono uno dei tre macronutrienti indispensabili per il nostro organismo: assicurano la formazione e la crescita di cellule e tessuti, compresi muscoli, ossa e pelle.
Inoltre, sono fra i “veicoli” che trasportano l’ossigeno nel sangue attraverso l’emoglobina e hanno un ruolo chiave nel sistema immunitario: alcune proteine, infatti, scambiano fra loro informazioni di controllo sul funzionamento di organi e tessuti.
Accertata la loro importanza, è utile sottolineare come le proteine non siano tutte uguali. Quelle contenute nella carne sono le più complete perché ricche di amminoacidi essenziali e questo le rende anche più digeribili, perché sono assorbite e utilizzate meglio di altre dal nostro organismo.

A questo proposito nel 2022 la FAO ha messo a punto un nuovo sistema di classificazione delle proteine, il DIAAS (Digestible Indispensable Amino Acid Score) che assegna un punteggio in base a digeribilità, apporto proteico per le varie fasce d’età e qualità proteica. In base a questo punteggio, un valore inferiore a 75 mostra proteine di bassa qualità, mentre uno superiore a 100 è indice di proteine di qualità eccellente.
Con il DIAAS le proteine di origine animale, e in particolare quelle di vitello, hanno ottenuto un punteggio molto alto (111) che le fa rientrare fra quelle di qualità eccellente. Per fare un confronto un piatto di ceci ha un punteggio di 84, mentre quello della frutta secca scende a 40.

È un’ulteriore dimostrazione della differenza fra proteine animali e vegetali che si distinguono per tanti fattori, dalla completezza dei loro amminoacidi alla loro digeribilità. Imparare a conoscere queste differenze negli alimenti ci rende padroni delle scelte che facciamo con un occhio critico e informato.
Pertanto le proteine della carne si mostrano come fonte proteica preferibile alle altre e rispettosa dei bisogni del nostro organismo e, naturalmente, come per ogni altro alimento, è necessario non utilizzare la carne come unica fonte di proteine e assicurarsi un’alimentazione completa e varia.

 

Per approfondire:
- Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (2019). Dossier Scientifico delle Linee Guida per una sana alimentazione.
- Schaafsma, G. (2000). The protein digestibility–corrected amino acid score. The Journal of nutrition, 130(7), 1865S-1867S.

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Com'è nato l'hamburger

Com'è nato l'hamburger
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Ci sono piatti che tutti conosciamo, ma la cui origine non è definita con certezza. È il caso dell’hamburger, la cui genesi è ancora oggi dibattuta e contesa fra Germania e Stati Uniti.

Nel 1891, ad Amburgo, il cuoco Otto Kuasw provò a togliere una salsiccia dal suo budello, appiattendola, friggendola nel burro e accompagnandola con un uovo all’occhio di bue.
Kuasw inserì poi carne e uovo fra due fette di pane: i marinai e gli altri lavoratori del porto della città tedesca apprezzarono subito questo “panino” gustoso e nutriente, battezzandolo “Deutsches beefsteak”. Questo panino venne esportato a New York nel 1894, probabilmente proprio da qualche marinaio impegnato nella tratta da Amburgo alla metropoli americana: qui alcuni cuochi adottarono questa ricetta, ribattezzandola “Hamburger steak” (la bistecca di Amburgo).

Questa versione della storia, una delle più accreditate, è stata messa in discussione nel Wisconsin, a Seymour, da una cittadina che si è auto-proclamata la “casa dell’hamburger” perché sembra che fu proprio Charles Nagreen, un cuoco originario di Seymour, a inventare nel 1885 il primo hamburger.
Il quindicenne Nagreen, che lavorava in uno stand alla fiera della contea di Outagamie, si rese conto che le polpette che vendeva erano scomode da essere mangiate in piedi. Così le appiattì, inserendole in un panino “da passeggio”: una scelta vincente, tant’è che Nagreen continuò a vendere i suoi panini in fiera fino al 1951, anno della sua morte.

Un’ultima versione della storia è quella che incorona invece come inventore dell’hamburger Louis Lassen, proprietario del locale Louis’ Lunch Wagon di New Haven. Nel 1895, dovendo servire un cliente di fretta, Lassen macinò dei rimasugli di bistecche avanzate e li scaldò sulla piastra insieme a due fette di pane a cassetta.
L’entusiasmo del cliente, assai soddisfatto, spinse Lassen a creare, da quella prova, una vera e propria ricetta che venne poi registrata nel 1900 nel Library of Congress. Questo atto scritto stabilisce che fu proprio il Louis’ Lunch Wagon il luogo in cui è stato venduto il primo hamburger al mondo.

Perché esistono così tante versioni della storia dell’hamburger, senza contarne altre meno verosimili?
Perché l’hamburger è un piatto che si è diffuso da subito in fasce popolari e diversificate della popolazione, negli Stati Uniti così come in Europa e poi nel resto del mondo. Una ricetta semplice ma con decine di possibili varianti, sperimentata sin dagli ultimi decenni dell’Ottocento e per questo mai registrata ufficialmente.

Per quanto riguarda la carne alla base della ricetta, oggi le più diffuse sono sicuramente manzo e vitello ma è molto utilizzato anche il maiale (utilizzato anche dai fratelli Manches nel 1885, in un’altra delle prime versioni dell’hamburger) oltre al pollo, per una versione più leggera.
L’origine e la qualità della carne rivestono un ruolo fondamentale nella realizzazione di un ottimo hamburger: gli hamburger del Vitello di Casa Vercelli sono preparati con un’attenzione costante a tutte le fasi della filiera, dalla selezione dei capi alle tecniche di alimentazione e cura, per garantire un hamburger di qualità che custodisca lo spirito delle sue origini.

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Metodi di cottura innovativi

Metodi di cottura innovativi
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Le cotture tradizionali della carne hanno radici antiche e sono state tramandate di generazione in generazione. I metodi classici spaziano dalla cottura sulla griglia alla cottura in forno e offrono risultati gustosi e raffinati. Tuttavia, negli ultimi anni, sono emersi nuovi metodi di cottura della carne che offrono alternative interessanti e risultati sorprendenti. Il vantaggio di queste cotture è che permettono di mantenere la succosità degli alimenti e il loro sapore genuino senza l’aggiunta di grassi come olio o burro.

La cottura a bassa temperatura sottovuoto
Una delle new entry è la cottura a bassa temperatura sottovuoto, conosciuta come "sous vide". Questo metodo prevede la sigillatura sottovuoto della carne in una borsa di plastica e la cottura a una temperatura costante e bassa per un periodo prolungato. L’insieme delle due cose permette alla carne di cuocere in modo uniforme, mantenendo la sua tenerezza e ottenendo risultati straordinariamente gustosi.
Ovviamente da questo metodo non possiamo aspettarci pezzi di carne dorati e con la crosticina croccante, ma se non possiamo farne a meno, dopo la cottura sottovuoto, possiamo sempre ricorrere a un passaggio in padella con qualche aroma.

Slow Cooker
Un altro metodo innovativo è l'uso dello slow cooker, un apparecchio elettrico a cottura lenta. La carne viene cotta a una temperatura bassa e costante per diverse ore, consentendo di rompere lentamente i tessuti connettivi e ottenere una carne morbida e piena di sapore. Lo slow cooker è anche un ottimo strumento per risparmiare tempo e fatica, poiché permette di preparare i pasti in anticipo e lasciarli cuocere lentamente mentre ci si occupa di altre attività; inoltre è ideale per la cottura di molti altri piatti come stufati, zuppe, brasati, pollo e chili.

La pentola a pressione
La pentola a pressione permette una cottura rapida ed efficiente anche della carne che, all'interno della pentola, cuoce in un ambiente ad alta pressione che ne accelera il processo di cottura senza alterare minimamente il sapore degli ingredienti. Il risultato è una carne succosa e morbida in tempi ridotti. Alcune ricette perfette da essere preparate con questo metodo? Spezzatino, arrosto, vitello tonnato e ossobuco. 

Sappiamo che, nonostante queste nuove opzioni di cottura più rapide e salutari, quelle tradizionali continuano a essere apprezzate per la loro semplicità e familiarità. Una cosa le accomuna di certo: la creatività e il risultato appetitoso.

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Un menu festivo buono e sano

Un menu festivo buono e sano
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Le festività natalizie sono il momento ideale per riunire famiglia e amici intorno a una tavola ricca di prelibatezze. Da Nord a Sud Italia, la cena della vigilia o il pranzo di Natale rappresentano ancora oggi una tradizione importante della nostra cultura, ma sono sempre di più gli italiani attenti a quello che mangiano, anche durante le feste. Una famiglia su tre ha dichiarato un aumento della quantità di frutta e verdura consumata in questo periodo, secondo quanto riportato da un’indagine Nomisma-Crif.

Un menù all’insegna del gusto e dell’equilibrio
Come coniugare, quindi, gusto e benessere, anche sulla tavola del Natale? La risposta è in un menù natalizio che non dimentica la tradizione, gustoso e con un apporto equilibrato di nutrienti.
Poiché bisognerebbe prediligere sempre la stagionalità degli alimenti, come antipasto vi proponiamo, partendo da zucchine, carote e porri, un cocktail di vellutate arricchite dalla nostra insalata di carne: le zucchine sono ricche di potassio, utile per l’intestino, le carote danno il giusto apporto di beta carotene e vitamina A, mentre i porri contengono calcio, ferro, manganese, fibre e alcune vitamine (C, B6, K, E).

Come primo abbiamo pensato a una pasta all’uovo lunga (tagliolini, tagliatelle, fettuccine) condita con un buonissimo ragù bianco preparato con la macinata del Vitello di Casa Vercelli. Il ragù bianco non vi farà rimpiangere il classico rosso e vi fornirà i nutrienti del vitello, mentre la pasta all’uovo è un’ottima fonte di carboidrati complessi, lipidi e proteine.

Tutti i nutrienti del brasato di vitello
Il piatto forte di questo pranzo (o cena) di Natale è il secondo: guancia di vitello basata al Barolo. Un taglio molto tenero del vitello, disponibile nella linea I Già Cotti nel Sacco.
Il brasato di vitello è una ricetta di grande tradizione che garantirà ai vostri commensali un piatto molto saporito e al tempo stesso equilibrato: proteine, ferro eme (che viene assorbito più facilmente dall’organismo), zinco, vitamine B6 e B12 e Omega-3. Potete accompagnarlo a un classico contorno di patate al forno o con delle verdure grigliate per garantire una fonte di fibre e antiossidanti.
E per il dessert, potete “esagerare” con una fetta di pandoro o di panettone, senza troppi rimpianti: il Natale viene solo una volta all’anno, in fondo: buone feste!

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La panatura che ci piace

La panatura che ci piace
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Non solo per la cotoletta alla milanese, la panatura è una tecnica che rende irresistibilmente croccante tutti i piatti, che siano di carne, pesce o a base di verdure. La carne di vitello, poi, per il suo sapore delicato si sposa benissimo con ogni tipo di panatura e ne esalta le qualità. Ovviamente la più classica delle panature è quella fatta con il pangrattato, ma negli anni alcuni cuochi creativi hanno provato ad usare altri ingredienti che, alle volte, danno un risultato fin migliore: scopriamole insieme!

  • Grissini o crackers: ogni tanto capita di non avere pane raffermo da tritare o del pangrattato già pronto ed ecco allora che arrivano in aiuto gli immancabili della dispensa, i grissini e crackers. Basterà tritarli con il frullatore o, per un risultato più croccante, schiacciarli a mano dentro a un sacchetto o un panno.

  • Cornflakes: scegliete quelli senza zucchero, a meno che siate un fan dell’agrodolce, aggiungete un po’ di sale e pepe e il gioco è fatto.

  • Frutta secca: in questo caso scegliete la frutta secca che preferite tra noci, mandorle, anacardi o fate un mix; tritateli e usateli per impanare. Di per sé il risultato è già strepitoso, ma se avete voglia di sperimentare, aggiungete del parmigiano grattato al trito.

  • Alla palermitana con olive, caciocavallo, capperi e aglio: tritate questi ingredienti e aggiungieteli al pangrattato. Il risultato è strepitoso e il gusto 100% mediterraneo.

  • Panko: l’avrete sicuramente provato al ristorante, il panko è una panatura tipica giapponese che assorbe pochissimo olio e rimane ultra croccante. Per prepararla tostate leggermente delle fette di pane bianco e poi tritatele nel mixer.

  • Riso soffiato: delicato e croccante, se unito al pangrattato è super. Per farlo aderire alla carne o al pesce usate un uovo sbattuto.

  • Semi di lino, girasole, papavero o quelli che preferite: per un risultato ottimale riservate lo stesso trattamento della panatura alla frutta secca.

  • Farina di mais o polenta: gluten free e ultra croccante. Potete usarla esattamente come il pangrattato oppure aggiungere un po’ di pangrattato e spezie.

  • Patatine: parliamo di quelle fritte dei pacchetti, le famose chips. Se scegliete di provare questa panatura vi consigliamo di cercare delle patatine naturali e leggere, diversamente il gusto potrebbe risultare intenso e il piatto pesante. Sbriciolate le patate direttamente nel pacchetto e prediligete la cottura nel forno.

  • Farina di ceci: perfetta per impanare sia la carne che le verdure, vi consigliamo di mischiarla con spezie a piacimento per un risultato davvero gustoso.

  • Scorza degli agrumi: grattugiate la scorza di un limone, di un’arancia o di un lime e unitela al pangrattato: ne uscirà un piatto davvero profumato.

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Cotture etniche e creative

Cotture etniche e creative
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Posto che vai, tradizioni che trovi: anche la cucina non fa eccezione rispetto a questo proverbio e lo sappiamo bene.
L’italia è un paese famoso per le sue ricette e per le sue invenzioni culinarie e, sebbene fino a qualche decennio fa ogni Paese fosse il fulcro delle proprie tradizioni, con la globalizzazione abbiamo iniziato a commerciare prodotti stranieri, a conoscerli e a consumarli nel quotidiano.
Assistiamo oggi a un’offerta di cibo etnico sempre più varia e vediamo la nascita di ristoranti fusion che mettono insieme preparazioni autoctone ed estere per creare sapori nuovi e speciali.
Elemento fondamentale nella preparazione di tutte le ricette è la cottura ed è inutile dire che le sue diverse tipologie cambino il risultato, anche radicalmente.
Andiamo quindi a scoprire delle cotture particolari e creative che appartengono a culture lontane dalla nostra ma che è bene non perdere di vista.

Cottura a vapore nel cestello di bambù
La cottura a vapore è un metodo di cottura molto famoso nella cucina asiatica. Un elemento fondamentale di questa tecnica culinaria sono i cestelli di bambù: cestini intrecciati che si sovrappongono l'uno sull'altro, con un coperchio sulla sommità. Per cuocere a vapore il cestello va collocato sopra a una pentola d'acqua bollente, consentendo al vapore di salire attraverso le aperture nella parte inferiore di ciascun cestino e cuocere gli alimenti contenuti negli strati sovrapposti.
Con questo metodo di cottura è possibile preparare una vasta gamma di alimenti come i bao e i ravioli, ma anche vari tipi di pane, le verdure, il riso, la carne, le torte e i dolci. A differenza di altre tecniche di cottura, con i cestelli di bambù il vapore si non accumula grazie alla conformazione del coperchio e si evitano gocciolamenti indesiderati che possono cadere sul cibo all'interno del cestello, alterandone la consistenza e il sapore.


Fondue bourguignonne
La fondue bourguignonne è una specialità culinaria francese e più specificatamente della regione della Borgogna.
È un modo divertente per cenare in compagnia: tutti i commensali provvedono alla cottura dei pezzi di carne, solitamente manzo o vitello, immergendoli nell’olio o nel brodo bollente. La tradizione prevede poi che la carne cotta venga accompagnata da una larga selezione di salse, come maionese, salsa barbecue, salsa bernese, senape, ketchup o salsa tartara e, ancora più importante, dalla fonduta di formaggio.
La bourguignonne è perfetta nei pasti festivi o in occasione di cene con molte persone perché oltre ad alleviare le tempistiche di preparazione di grandi quantità di cibo, è una cottura che permette a ciascuno di cuocere la carne quanto preferisce e, inutile da dire, è divertente.

Tajine
Il tajine è un piatto di carne e verdure cotte in umido e prende il nome dalla particolare pentola nella quale avviene la preparazione. Tradizionalmente marocchino e molto diffuso in tutto il Nord Africa, questo piatto si prepara all’interno di una pentola di terracotta smaltata con una base piatta e poco profonda e un coperchio conico. Materiale e forma della pentola mantengono al meglio il sapore degli alimenti e trattengono l’umidità rendendo la carne morbidissima.
Il tajine solitamente viene preparato con carne di agnello, manzo o vitello, spezie, verdure e frutta secca che mescolati durante la cottura formato un piatto molto saporito e ricco. Come accompagnamento la tradizione vuole del cous cous o del pane tradizionale, simile alla pita, insieme a salse delicate come la salsa yogourt o l’harissa.

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Attività sportiva e vitello: un alimento ricco di benefici

Attività sportiva e vitello: un alimento ricco di benefici
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La carne di vitello, nonostante sia considerata una carne rossa, ha caratteristiche e proprietà delle carni bianche. È un alimento magro ad alta concentrazione di proteine e permette un elevato apporto di vitamine e minerali che vengono assorbite molto velocemente dall’organismo.

Le proprietà benefiche del vitello
Il vitello, avendo un alto contenuto proteico, è perfetto per gli sportivi amatoriali e gli agonisti, poiché aiuta la costruzione dei muscoli. Inoltre, la presenza di sostanze bioattive come la carnitina, la carnosina e la creatina e di aminoacidi quali la metionina, la leucina, l’arginina e la lisina permette allo sportivo di fortificare la massa muscolare, di riparare i tessuti danneggiati e di accorciare il tempo di ripresa tra un allenamento e l’altro.

Il ruolo della carne nelle prestazioni sportive
Oltre alle sostanze menzionate in precedenza, nella carne di vitello sono di grande importanza anche le vitamine del gruppo B (B5, B6, B8 e B12) che aiutano le prestazioni degli atleti lavorando a livello metabolico e intervengono nella trasformazione di proteine, grassi e carboidrati.
Altri minerali contenuti nel vitello che sono utili durante la performance sportiva sono lo zinco, il ferro e il magnesio che svolgono una funzione di protezione cardiovascolare mentre si svolge lo sforzo fisico e di prevenzione dai crampi muscolari durante la loro contrazione. 

Consumo di carne post-allenamento
Il momento ideale per consumare la carne di vitello è subito dopo l’allenamento, nella fase di recupero, durante la quale il metabolismo è attivo e il corpo necessita di proteine e vitamine per il mantenimento dei muscoli e dei tessuti. La quantità da assumere è soggettiva e dipende dal numero di allenamenti settimanali, dalla forma fisica e dal tipo di attività che si sta svolgendo.
Un’alimentazione corretta è fondamentale per il mantenimento di un corpo sano e la prevenzione di molte malattie. Nel caso degli sportivi, la carne di vitello è ideale poiché restituisce un buon apporto di vitamine e proteine all’atleta, permettendogli di aumentare le sue prestazioni sportive e di sentirsi meno affaticato.

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Meglio barbecue o griglia?

Meglio barbecue o griglia?
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Quando parliamo di barbecue non possiamo che pensare agli Stati Uniti. Questo particolare tipo di cottura, ormai molto famosa, è un rimando alla cultura dei nativi e pare sia stata tramandata dai popoli cubani e argentini.
Infatti avete mai sentito parlare del famoso asado argentino? Con lo sviluppo coloniale gli Stati del sud degli Stati Uniti si sono cimentati nella cottura sulla griglia e ne sono diventati i maestri e il barbeque è ora un elemento imprescindibile durante il festeggiamento del Superbowl e del 4 Luglio.
Anche in Italia e in tutti i paesi del Mediterrano la grigliata di carne è un rito che si abbina alle giornate di festa e di vacanza.

Ma siamo sicuri di sapere qual è la differenza tra barbeque e grigliata?
Per non sbagliare e sfatare false rivalità, vediamo insieme le caratteristiche di ognuna.

Caratteristiche e differenze
Le differenze fondamentali tra barbecue e grigliata sono la temperatura, il tempo di cottura e, ovviamente, il risultato.
Il barbecue prevede che la carne venga cotta grazie al fumo della grigia e che non entri mai in contatto con il fuoco diretto; inoltre, la temperatura per una cottura ottimale è tra i 100°C e i 150° in quanto permette che la carne rimanga morbida e succosa.
Nella grigliata, invece, si cuoce la carne attorno ai 260° in modo molto veloce e la carne tende ad abbrustolire, diventando sicuramente più secca e affumicata.
In entrambi i casi, per ottenere un risultato ottimale, è buona abitudine marinare la carne con olio, vino, spezie e salse, così che la carne non si rovini.
Il supporto corretto per la grigliata si compone di braciere e griglia, mentre quello per il barbeque comprende anche un coperchio e, se possibile, una superficie più ampia per poter distanziare al meglio la carne dal calore diretto.
E il carburante? La carbonella è molto facile da accendere, produce meno fumo della legna e richiede meno tempo per formare le braci però per i veri intenditori, la legna è un combustibile imbattibile perchè  lascia un’affumicatura unica. La legna d’ulivo, in particolare, è ottima per verdure e cibi più delicati mentre la legna del leccio è ideale per grigliare carne e pesce.

La marinatura
Se desiderate mangiare della buona carne, oltre ad acquistare dei tagli di qualità, la marinatura è d’obbligo. I diversi tipi di carne accolgono la marinatura in maniera differente, per questo è bene ricordare per quanto tempo lasciare la carne a contatto con la marinatura prima della cottura:

  • 2 ore per i tagli magri, come la fesa
  • 4 ore per i tagli più grandi, come coscia, spalla e pancia
  • non oltre  2 ore per i tagli teneri, come bistecche, costate e filetti

Quali ingredienti servono? Olio d’oliva o vino, sale, spezie ed erbe, salse, aceto o succo di limone. Ovviamente è opportuno cercare le ricette per la marinatura e adattarle al tipo di carne che vogliamo cuocere.
Dopo aver massaggiato la carne con aromi e gusti,  andrà riposta in una teglia, chiusa con pellicola e messa in frigo a riposare in attesa di salire sulla griglia!

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Carne di vitello e intolleranze

Carne di vitello e intolleranze
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La carne di vitello e di bovino sono uno dei primi alimenti offerti ai neonati in fase di svezzamento perché contengono un alto contenuto di ferro, proteine e altri nutrienti molto importanti per la crescita, ma anche perché sono alimenti poco allergizzanti, a differenza di altri come il pesce o il grano. È comunque utile, nel momento della spesa, prestare attenzione alla composizione e agli allergeni indicati sui packaging di alcuni prodotti a base di carne, vediamo insieme quali e come.

Carne bovina, di vitello e gluten free
La carne fresca di vitello e quella bovina sono di per sé prive di glutine e sono quindi adatte a chi è intollerante o allergico al glutine. La falsa associazione del glutine alla carne avviene poiché gli animali assumono glutine nella loro alimentazione, ma questa proteina non rimane all’interno delle carni dell’animale e non può quindi creare problemi ai soggetti celiaci.
Un altro tipo di attenzione va invece posto nei confronti dei semilavorati come hamburger, insaccati, polpettoni e carni ripiene, che potrebbero essere stati miscelati con farine e altri ingredienti in fase di elaborazione. Quando si compra questo tipo di alimenti è opportuno fare attenzione alla dicitura “senza glutine” o “gluten free” riportata sul packaging del prodotto.
Quasi tutti i prodotti del Vitello di Casa Vercelli sono certificati gluten free, come dichiarato sulle confezioni: gli hamburger e i mini hamburger, le fettine scelte, il prosciutto di vitello, l’insalata di carne, le polpette e i Già cotti nel Sacco.

Intolleranza al lattosio e consumo di carne
Un discorso analogo può essere fatto per chi soffre di intolleranza al lattosio. La carne fresca non contiene lattosio, ma questo può essere inserito come conservante in fase di lavorazione e confezionamento. L’insaccato che normalmente contiene più lattosio è il prosciutto cotto, seguito dalla fesa di tacchino, mentre è difficile che questa sostanza venga usata come trattamento per il prosciutto crudo o la bresaola. In generale, è opportuno controllare l’etichetta e accertarsi del contenuto della confezione. 

Altre intolleranze
Nel consumo di carne di bovino e di vitello vi è il rischio invece di imbattersi nella presenza di nichel: per i soggetti allergici è opportuno evitare di mangiare il fegato e prestare attenzione alle cotture dei piatti già pronti.
Un'altra sostanza altamente presente nei sottoprodotti della carne è l’istamina, tipica negli insaccati, negli affettati e nella carne essiccata.
I casi registrati di soggetti con intolleranze e allergie è sempre maggiore e la sensibilità nei confronti del tema cresce di pari passo. Per questi motivi, comprare prodotti adatti a ogni tipo di necessità è ogni giorno più semplice. In linea di massima è sempre utile verificare le diciture indicate sul packaging del prodotto, gli ingredienti che lo compongono e preferire alimenti biologici e poco trattati. In ogni caso, se si hanno dei dubbi, può sempre essere utile affidarsi alla guida di un nutrizionista.

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In giro per l’Italia col Vitello: la Sardegna

In giro per l’Italia col Vitello: la Sardegna
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Ci avviciniamo al periodo estivo e molti di voi avranno scelto come meta una delle isole più belle d'Italia: la Sardegna.
Paesaggi mozzafiato e una tradizione culinaria di tutto rispetto vi faranno vivere momenti spensierati di vero relax. E per incentivare un viaggio in questa isola davvero unica, ecco un tour virtuale della cucina tipica sarda a base di piatti preparati con il vitello o “malloro”, come si chiama nel dialetto sardo.

Coietas

Le coietas sono una ricetta a base di fettine di vitello che possono essere cotte alla brace o in padella. Il procedimento è semplice e creativo perché le fettine di carne diventeranno dei rotolini ripieni con un trito di basilico, prezzemolo, aglio, pangrattato, tuorli d’uovo, vino bianco e pecorino in scaglie. Che tu abbia organizzato una cenetta intima in casa o un bel pranzo tra amici, le Coietas faranno un figurone e se poi sono accompagnate con una salsina di pecorino, saranno un piatto davvero speciale! Come dimostra la ricetta sfiziosa di Daniela Mammano sul blog Dolci Tentazioni d'Autore

Lasagna di Carasau con polpette al sugo e pecorino 

La lasagna alla bolognese è un must della cucina italiana. Ecco una variante molto creativa composta da ingredienti tipicamente sardi: la lasagna di carasau con polpette al sugo e pecorino.
In questa ricetta la sfoglia all’uovo viene sostituita da leggeri strati di pane Carasau e il ragù diventa un ricco sugo di pomodoro con le polpettine e tanto pecorino.
Una vera prelibatezza che farà restare di stucco tutti i commensali!

Vitello alla sarda
Il vitello alla sarda è una ricetta gustosa che vede come protagonista la fesa di vitello. Il procedimento di preparazione è quello di tutti gli arrosti e basterà aggiungere capperi, vino bianco, limone e poi le bacche di mirto e le erbe tipiche della sardegna. Profumato e appetitoso, vero?

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