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In giro per l’Italia col vitello: la Liguria

In giro per l’Italia col vitello: la Liguria
APPROFONDIMENTO
Tempo di lettura 3'

La Liguria è una regione piccola ma piena di meraviglie. Se stai pianificando le vacanze estive nella Riviera Ligure, nell’itinerario non possono mancare le Cinque Terre che sono parte del patrimonio UNESCO, la località esclusiva di Portofino e San Remo, la città dei fiori e del celebre festival della musica italiana.
La tradizione culinaria ligure propone ricette a base di pesce ma, avendo una grande produzione di colture autoctone, i piatti a base di carne e verdura sono molti e appetitosi.
In questo appuntamento sulle ricette regionali, scopriamo insieme quelle a base di carne di vitello.

I groppetti
Apriamo le danze con una ricetta golosa che soddisfa anche i palati più esigenti, quelli dei bambini: i groppetti sono dei piccoli involtini di carne di vitello farciti con prosciutto crudo che ricordano i saltimbocca alla romana ma hanno una tipica forma a nodino: infatti per prepararli si tagliano a striscioline delle fettine di vitello e il prosciutto e li si annoda insieme.
I groppetti si cuociono in padella con qualche foglia d’alloro, di salvia facendoli sfumare con abbondante vino bianco ligure.

Le tomaselle
Le tomaselle, o tomaxelle, affondano le loro radici nel 1700, quando Genova era ancora sotto assedio delle truppe austriache e per la preparazione di un piatto di carne si dovevano mettere insieme gli avanzi disponibili, spesso un po’ di arrosto e di macinato. Infatti ancora oggi per preparare questi involtini si usano le fettine di vitello e le si farcisce con un ripieno di carne macinata, aglio, parmigiano, funghi, uova e pinoli.
Le tomaselle si fanno dorare in padella con una noce di burro e si termina la cottura con la salsa di pomodoro e qualche foglia di alloro. Per questo piatto la scarpetta è assicurata!

Tomaselle di vitello alla ligure

Lingua di vitello
Chi ha letto i nostri approfondimenti sa bene che le frattaglie in Italia sono diventate celebri: partite come ingrediente di scarto per i meno abbienti, oggi vengono cucinate in ogni regione e hanno saputo conquistare anche il palato di chef stellati.
Mentre in Piemonte la lingua di vitello si prepara rigorosamente in salsa verde, in Liguria la ricetta è con le cipolle. Si fa lessare la lingua in acqua bollente per poi passarla in padella su un letto di cipolle appassite, che si scioglieranno con una cottura lenta fino ad assumere una deliziosa consistenza cremosa.

L’estate è arrivata e noi speriamo di aver stuzzicato la voglia di fare un salto in Liguria per provare queste ottime specialità!

lingua di vitello alla ligure con cipolle

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In giro per l’Italia col vitello: ricette dell'Emilia Romagna

In giro per l’Italia col vitello: ricette dell'Emilia Romagna
APPROFONDIMENTO
Tempo di lettura 4'

Continua il nostro viaggio nelle cucine regionali ed eccoci in Emilia-Romagna, la terra dei tortellini, della mortadella e del Parmigiano Reggiano. Quando si va in Emilia è impossibile resistere alle tentazioni della gola e anche se è il maiale l’ingrediente protagonista di molte celebri ricette, sono numerose anche quelle a base di vitello. Scopriamole insieme.


Filetto alla bolognese
Il filetto alla bolognese è una ricetta gustosa, ottima per le cene dell’ultimo minuto. Gli ingredienti sono pochi e semplici da reperire: un po’ di marsala, del prosciutto crudo, il parmigiano e delle fettine di vitello, le nostre fettine scelte andranno benissimo!
Il procedimento consiste nel fare delle scaloppine al marsala che poi vengono cotte nuovamente nel brodo adagiandovi sopra un po’ di parmigiano grattugiato e delle fettine di prosciutto crudo. A cottura ultimata, si servono ben calde con il sugo di cottura: un piatto strepitoso in cui la scarpetta è assicurata!

Filetto di vitello alla bolognese

La valigia reggiana
La valigia è un piatto tipico della provincia di Reggio Emilia ed è proprio come una valigia perché al suo interno può contenere di tutto; la ricetta è talmente gustosa e conosciuta da rientrare nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali dell’Emilia.
La valigia è una sorta di arrosto di vitello che è possibile preparare anche in formato mignon, e in questo caso prende il nome di “valigino”. Per la scelta del ripieno le fazioni si dividono in due: chi preferisce la Mortadella Bologna IGP e chi invece un ripieno vegetariano a base di uova e parmigiano. 

Valigini di vitello reggiani
Arrosto morto di vitello
Il nome singolare di questo piatto ha origini antiche: una volta con il termine arrosto si intendeva soltanto quello che girava sugli spiedi, mentre questa ricetta veniva insolitamente cotta all’interno di un contenitore chiuso in cui la carne giaceva immobile, da qui l’appellativo.
Per preparare questo arrosto si ricorre a una cottura mista tra la tecnica del brasato e quella dell’arrosto che rende giustizia anche ai tagli poco adatti all’arrosto perché ricchi di tessuto connettivo. Il risultato è una carne tenera e succosa come il brasato con l’aspetto e il gusto dell’arrosto. La versione classica di questo piatto prevede una farcitura sfiziosa a base di sedano, carote e pancetta.


Filetto alla bolognese, valigia reggiana o arrosto morto hanno un denominatore comune: in Emila la cucina è una cosa seria e ogni piatto è un trionfo di sapori, anche quando ha origini e ingredienti semplici.

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In giro per l'Italia col vitello - Ricette dell’Umbria

In giro per l'Italia col vitello - Ricette dell’Umbria
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Tempo di lettura 4'

Per il suo gusto delicato e le ottime proprietà nutritive, in Italia la carne di vitello mette tutti d’accordo: sono molte le regioni ad aver fatto di questa carne l’ingrediente principale di gustosi piatti. Nei prossimi articoli faremo insieme una ricerca tra i vecchi ricettari regionali per trovare i piatti più originali a base di vitello da portare in tavola.

Iniziamo il nostro giro per le cucine d’Italia partendo proprio dal cuore centrale del Bel Paese: l’Umbria, terra ricca di oasi naturali, scorci di verde mozzafiato e caratteristici borghi medievali. L’Umbria è una regione tutta da scoprire, all’aperto ma anche a tavola: scopriamo insieme quali sono le ricette regionali più gustose a base di carne di vitello.

Scaloppine perugine
Le scaloppine alla perugina sono facili da realizzare e sfiziosissime: basta tritare 50 g di prosciutto crudo, un fegatino di pollo, quattro filetti di acciughe, uno spicchio d’aglio e un cucchiaio di capperi sottaceto.  In una padella, si fa insaporire il trito con un po’ d’olio, qualche foglia di salvia e la scorza grattata di un limone biologico. A questo punto si aggiungono delle fettine di carne di vitello - per andare sul sicuro si possono usare le nostre Fettine Scelte - e si fanno rosolare aggiungendo sale, pepe e il succo del limone.

Dopo aver fatto cuocere per qualche minuto, si servono le scaloppine ancora calde con un po’ di pane croccante e un contorno di verdure.

Trippa in umido: la ricetta umbra
Abbiamo già parlato più volte delle frattaglie di vitello ma oggi concludiamo questa carrellata di ricette regionali scoprendo come gli umbri portano in tavola la trippa, un ingrediente inaspettatamente povero di grassi e ricco di vitamine e altre sostanze nutritive.
Innanzitutto si passa la trippa sotto acqua fredda corrente per qualche minuto, quindi si taglia a striscioline di un centimetro di spessore e si sbollentala per cinque minuti per ridurre i tempi di cottura. Dopo aver scolato la trippa, si prepara un trito con una cipolla bianca, una costa di sedano e due carote.
In una pentola capiente, si fa soffriggere per qualche minuto il trito con un po’ d’olio evo, si aggiunge la trippa e si fa rosolare per 5 minuti mescolando spesso. Si fa sfumare con un bicchiere di vino bianco, quindi si aggiunge la salsa di pomodoro, un bicchiere d’acqua e una foglia di alloro. Si aggiusta di sale e si lascia cuocere per 60 minuti, finché la trippa risulterà morbida e il sugo sarà addensato. A questo punto si toglie dal fuoco e si serve la trippa con del pecorino o del parmigiano grattugiato.

Il boccone del curato
Con la sua salsina all’aglio, la bistecca o boccone del curato, è un piatto dal gusto deciso per il quale non esistono mezzi termini: quando lo assaggi o lo ami o lo odi. Noi l’abbiamo amato subito e per questo motivo vogliamo raccontare questa ricetta umbra. Come lascia intendere il nome, si tratta di un piatto pregiato perché un tempo si usava prepararlo con il taglio di carne migliore per il curato del paese.

Questa ricetta si prepara tritando quattro spicchi d’aglio, quattro filetti d’acciughe, un rametto di rosmarino, cinque foglie di basilico, cinque di mentuccia e cinque di prezzemolo. Si unisce al trito il succo di un limone, un cucchiaino di senape, un po’ d’olio e poco aceto.
Poi si prendono due bistecche di vitello, si massaggiano con sale e pepe e si fanno cuocere in padella con una noce di burro. Una volta raggiunta la cottura gradita, si irrorano con abbondante salsina e si servono calde con uno sfizioso contorno di purè di patate.

Il nostro tour guidato tra le pietanze umbre è giunto al termine, ma tenete pronti forchette e coltelli: abbiamo già in mente la prossima mèta tutta da assaggiare!

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La Pasqua in tavola

La Pasqua in tavola
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Coniglietti e colombe di cioccolata, centrotavola con pulcini colorati e le immancabili uova inondano i reparti dei supermercati con le loro confezioni colorate: basta entrare nel negozietto sotto casa per renderci conto che la Pasqua è dietro l’angolo.
Con la bella stagione le idee per trascorrere la Pasqua sono tante, dalle tavolate fuori città ai festosi pranzi in terrazza a base di un menù sfizioso e del buon vino. Dedichiamoci quindi al tradizionale pranzo di Pasqua e pensiamo a un menu che sia sfizioso e leggero e lo renda un pasto conviviale e piacevole.
È vero che il menù tipico di Pasqua è a base di agnello, ma questa scelta spesso non è gradita da alcuni commensali che non ne amano il gusto particolare o che scelgono di non consumare la carne di agnello per ragioni etiche. Per questo motivo, ecco un gustoso menù a base di carne di vitello, con ricette facili e veloci per estasiare il palato dei nostri ospiti dall’antipasto al dessert.

L’aperitivo in piedi, un ottimo inizio
Per dare il benvenuto agli invitati in modo caloroso e informale prepara un aperitivo da sorseggiare in piedi con degli sfiziosi finger food.
Per esempio delle mini frittatine con verdure farcite con del formaggio cremoso e l’insalata di carne: oltre a essere belli da vedere, saranno apprezzatissime per il mix di sapori armonioso e originale.

Un’altra idea sfiziosa da gustare facilmente in piedi sono i mini hamburger impanati serviti su un letto di insalata di asparagi freschi, carote e porri. Puoi servirle in delle piccole coppette con delle mini forchettine: sarà moto divertente e appetitoso!
E per un aperitivo con i fiocchi, accompagna le frittatine con un cocktail fresco a base di 400 ml di succo d’arancia e 600 ml di prosecco. Preparalo al momento e servilo in una caraffa di vetro con del ghiaccio e delle fette d’arancia sottile.

Gli immancabili carciofi pasquali
Il tour culinario pasquale continua con una ricetta dai sapori primaverili e con un ortaggio che non può mancare in tavola a Pasqua: i carciofi.
A Pasqua i primi carciofi fanno capolino e sono simbolo della nuova stagione, del nuovo inizio e per questo vengono preparati nella festa della resurrezione.
Falli saltare in padella con le patate e abbinali a un tenero arrosto di vitello; servili poi nel piatto formando una graziosa torretta e decorale con una foglia di prezzemolo fresco: sarà un vero trionfo! Puoi seguire tutte le fasi della preparazione qui.

Brunch di Pasqua con il grand’Arrosto
Se con il menù letto finora non ti abbiamo convinto, ecco una proposta alternativa che nasce dal matrimonio tra due tradizioni distinte: il brunch domenicale di origini inglesi e il classico arrosto di vitello che ricorda quello che preparava a Pasqua la nonna.
Il termine brunch nasce in Inghilterra dalla crasi delle parole breakfast e lunch e indica un pasto che si consuma la domenica in tarda mattinata riunendo in un unico pasto colazione e pranzo e permette a chi fa le ore piccole il sabato sera di rimanere a letto per recuperare le ore di sonno perdute.

Ecco quindi un brunch in versione pasquale a base del nostro Grand’Arrosto di vitello, un nido d’agretti con uovo all’occhio di bue e delle sfiziose patate novelle. Puoi preparare questo delizioso piatto accompagnato da soffici bagel appena sfornati: il brunch pasquale è perfetto se non ami restare troppe ore a tavola e hai già pianificato una piccola gita pomeridiana!

E per finire, i dessert classici di Pasqua
La tradizione pasquale offre tantissimi dolci golosi con cui concludere in bellezza: dalla colomba classica che puoi servire con una pallina di gelato alla vaniglia, alla cassata siciliana, per non parlare della celeberrima pastiera napoletana.

Recita un famoso proverbio “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. E tu, con chi festeggerai la Pasqua quest’anno?

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I sapori della Primavera

I sapori della Primavera
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La primavera è alle porte e i primi tiepidi raggi di sole ci fanno venire voglia di mettere via il plaid per uscire all’aperto, fare lunghe camminate, provare nuovi sentieri da percorrere in bici o semplicemente sedere su una panchina per rilassarsi e fare il pieno di luce e calore. Con le temperature che si alzano e la natura che si risveglia, viene voglia di piatti freschi da gustare su una tavola vivace e decorata con fiori di campo profumati che rallegrino l’atmosfera.

E che cosa portare in tavola per restare nel mood primaverile? Ecco alcuni consigli facili e appetitosi.

Insalata di carne con pomodori confit
Per iniziare la nostra carrellata di piatti primaverili, ti proponiamo una ricetta in cui la nota fresca del timo si sposa perfettamente con il gusto deciso dell’insalata di carne, la dolcezza dei pomodorini confit e le olive taggiasche. Un piatto semplice da realizzare e ancora più appetitoso se presentato in graziosi vasetti monoporzione.

Hamburger con paglierina, melanzane e sciroppo d’acero
La primavera riempie i giardini di tanti fiori variopinti: lo sapevi che alcuni di questi sono edibili? Puoi metterli nelle insalate, impiegarli nella preparazione di risotti oppure impreziosire gustosi panini con delicati tocchi di colore. Noi ti suggeriamo questo panino gourmet in cui il nostro hamburger di vitello, la croccantezza del pane tostato e il formaggio paglierina fuso creano l’unione perfetta. Provare per credere!

Friselle con insalata di carne, fagiolini e salsa di sesamo
Conosci le friselle? Sono un pane croccante tipico del sud Italia che si presta benissimo come basi per snack e spuntini sfiziosi. Ecco una ricetta perfetta per un aperitivo con gli amici che si prepara in pochissimo tempo e sorprenderà i tuoi ospiti con il suo gusto fresco e l’originalità: deliziosi fagiolini conditi con salsa tahina accompagnano la nostra insalata di carne, la star indiscussa del piatto!

Verdure ripiene al forno
Le verdure ripiene sono un grande classico che piace anche ai più piccoli e sono ottime sia calde che fredde. Ti sembra una ricetta complicata? Assolutamente no! Basta preparare un semplice impasto di tenera carne macinata di vitello, riempire le verdure e mettere tutto in forno. Pomodori, zucchine o melanzane ripiene: scegli l’ortaggio che preferisci oppure preparali tutti e tre così che i tuoi commensali avranno l’imbarazzo della scelta!

In conclusione, la voglia di primavera è tanta? Inizia a portarla in tavola e presto busserà alle porte!

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Una cena speciale? Lasciati ispirare dalla semplicità!

Una cena speciale? Lasciati ispirare dalla semplicità!
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Tempo di lettura 5'

Arriva San Valentino e si accende il solito dibattito tra chi lo ama e chi lo odia, tra chi festeggia in grande stile e chi preferisce celebrare l’amore ogni giorno dell’anno. Poi ci sono i single, che a questa festa sono sempre un po’ allergici, ma fermiamoci un momento a riflettere: che cosa c’è di più bello e doveroso – in questo giorno o in qualsiasi altro dell’anno – di fare un regalo a sé stessi, e magari alla persona che amiamo, cucinando una cena speciale e creare un’atmosfera un po’ magica?

Ecco quindi qualche idea che, sempre all’insegna della semplicità in cucina, vi farà servire una cenetta curata e deliziosa.

Innanzitutto attenzione ai particolari: create un’atmosfera romantica con una luce soffusa e una candela come centro tavola. Se invece avete il camino, questo è il momento di usarlo!

Apparecchiate la tavola con biancheria romantica, meglio se bianca: tovaglie e tovaglioli, ma anche piatti. È elegante e non per forza troppo formale.
Come centrotavola, una piccola candela, un mini bouquet di fiori oppure una semplice rosa rossa infilata in una bottiglia di vino vuota: un po’ improvvisato ma molto romantico.
E poi non può mancare della buona musica: il jazz va benissimo, ma anche la tua (o la vostra) playlist preferita.

Per finire, ecco un menu semplice con antipasto, secondo e dolce che sarà sfizioso che vi lascerà leggeri per il dopo cena.


Potete iniziare con delle colorate frittatine ripiene di formaggio e insalata di carne che, servite come finger food, sono perfette per giocare e imboccarsi ;-)
Oppure dei colorati mini hamburger impanati e cotti al forno serviti con una insalata variopinta saranno uno sfizio per gli occhi e il palato.
O ancora, assai raffinata, può essere una panna cotta al parmigiano decorata con l’insalata di carne: super semplice ma dall’effetto WOW garantito!

Per il piatto principale due i suggerimenti: un arrosto di vitello con asparagi e coulisse di fragole, assolutamente intrigante, oppure un classico ossobuco con risotto alla milanese che sembra banale ma ricordate che lo zafferano è afrodisiaco… a buon intenditore!?!?

E per concludere un dolce al cioccolato, magari con il cuore caldo e morbido, assolutamente libidinoso e poi il cioccolato contiene la feniletilamina, uno stimolante imparentato con l’anfetamina, che viene rilasciato dal cervello quando le persone si innamorano.

Ora avete tutte le informazioni, a voi creare una serata magica!

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La cottura in umido: che cos’è e come si fa

La cottura in umido: che cos’è e come si fa
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Tempo di lettura 4'

Per capire che cosa sia la cottura in umido è sufficiente nominare questi piatti: spezzatinobrasatostracotto e stufato.
Tutti quanti, infatti, si preparano ricorrendo a questo tipo di tecnica molto usata sia della tradizione gastronomica italiana sia di quella di altri Paesi.
Nella cottura in umido l’alimento è immerso in un liquido acquoso variamente aromatizzato e si tratta di una procedura mista che unisce due tecniche: quella dell’arrostire e quella del bollire. Infatti, prima si fa rosolare a fuoco vivace la carne, il pesce o le verdure nel burro o nell’olio e poi li si copre con un liquido acquoso per farli cuocere a lungo in forno o in casseruola.

Sono numerosi gli alimenti che si possono cuocere in umido e tra questi spicca sicuramente la carne, in particolare quei tagli ricchi di tessuto connettivo, come il reale, il cappello del prete, il fusello, il girello o il petto. Infatti la cottura in umido permette di sciogliere il collagene che tiene insieme le fibre e, al tempo stesso, evita che la carne si indurisca, senza farle perdere troppi succhi e si ottiene quindi una carne morbida e saporita.
Nel caso specifico delle carni in umido, la temperatura di cottura deve essere superiore a 75°C per sciogliere il collagene, ma inferiore a 85°C, per evitare un accorciamento troppo pronunciato della carne.
Le ricette per carne in umido sono davvero tantissime. Tra più classiche troviamo gli stufati, i brasati, gli spezzatini e gli stracotti.

Lo stufato veniva chiamato così perché cotto sulla stufa, lentamente e a bassa temperatura. Per prepararlo si utilizza generalmente un pezzo di carne intero, chiuso in una pentola con diversi aromi e cotto in casseruola o al forno.

Il brasato, invece, richiama tempi lontani, quando le pietanze venivano cotte a lungo sulla brace del camino. Come per lo stufato, viene utilizzato un taglio di carne unico, qualche volta marinato e poi cotto in una casseruola chiusa ermeticamente. Il brasato di vitello al Barolo è di certo uno dei più conosciuti e con la nostra versione dei Pronti nel Sacco lo puoi portare in tavola con facilità: scopri i nostri suggerimenti per renderlo ancora più sfizioso.

A caratterizzare lo spezzatino invece è il fatto che la carne viene ridotta in piccoli cubetti e poi cotta in umido in liquidi variamente aromatizzati. Spesso viene aggiunta un po’ di farina per addensare la preparazione e altri vegetali per arricchirne il sapore, come patate, piselli o pomodori. Qui potete trovare tante idee per preparare i vostri spezzatini.

Come suggerisce il nome, infine, gli stracotti sono piatti che prevedono cotture molto lunghe. Era solitamente il destino di tagli di carne molto vecchi che avevano bisogno di tempo per essere ammorbidite. Assolutamente da provare sono la Pignattaccia viterbese e il Riso con stracotto di vitello e funghi porcini.

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A Natale sono tutti più buoni, anche in cucina!

A Natale sono tutti più buoni, anche in cucina!
APPROFONDIMENTO
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È iniziato il conto alla rovescia, le strade sono colme di luci e addobbi natalizi, in alcune zone la neve è già arrivata e i desideri dei bambini riempiono le letterine da inviare a Babbo Natale. L’aria sa di festa.
Non c’è niente di più caloroso che trascorrere le vacanze natalizie tra pranzi in famiglia e cene con gli amici ma ogni anno si propone la stessa onerosa domanda: che cosa prepariamo per il pranzo di Natale?
Ecco allora i nostri suggerimenti per un menu natalizio succulento, facile da preparare e che sicuramente stupirà i vostri ospiti e i loro palati. Allacciate quindi il grembiule e iniziate a cucinare insieme a noi!

Antipasti di Natale
Non c’è pranzo di Natale che non inizi con una gustosa carrellata di antipasti: se volete stupire senza rinunciare al gusto e alla qualità, portate in tavola un elegante cocktail di vellutate di carote, zucchine o porri da servire insieme alla nostra insalata di carne. E per aggiungere un tocco in più, decorate il piatto con qualche chicco di melograno.
Un altro antipasto appetitoso che potete proporre se siete amanti del formaggio, è la panna cotta al parmigiano da condire sempre con la nostra insalata di carne: facile, originale e assai veloce da preparare.

Primi di Natale
Per restare in tema natalizio, come primo piatto vi suggeriamo una ricetta classica per le feste, i ravioli, che potete preparare però a forma di albero di Natale così attireranno l’attenzione anche dei più piccini. Impastate farina, acqua, uova, sale e una manciata di spinaci frullati per ottenere un’ottima pasta fresca e poi farcitela con un impasto a base di ricotta, formaggio grattugiato e con la nostra macinata di vitello.
Cuocete al dente e con un semplice condimento di burro fuso, noce moscata e parmigiano farete felici tutti i commensali.

Secondi di Natale
I secondi piatti sono spesso quelli più impegnativi da preparare, ma con i nostri “Pronti nel Sacco” portare in tavola il gusto della tradizione non è mai stato così facile.
Per un’occasione speciale come il Natale, vi suggeriamo di servire il Grand’arrosto di vitello con della salvia fritta, un contorno che sorprende in gusto e croccantezza.
Oppure, per dare un tocco gourmet al menu, potete preparare il Brasato al Barolo e accompagnarlo con un contorno di cime di cavolfiore multicolore e una salsa ai fichi d’india.
D’altronde, che cosa c’è di meglio di servire un piatto buonissimo e coloratissimo per augurare buone feste a chi volete bene?

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Come preparare il bollito: le diverse tradizioni d’Italia

Come preparare il bollito: le diverse tradizioni d’Italia
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Piatto invernale per antonomasia, il bollito è una delle portate preferite da servire durante i pranzi domenicali e ormai è presente nella carta di molti ristoranti. Nato come piatto di recupero, legato alla tradizione contadina, è una pietanza semplice, composta principalmente da avanzi di altre portate che prendono nuova veste grazie a delle salse saporite.

Fin dal Medioevo il bollito è apprezzato dai lombardi e dai piemontesi e si diffonde soprattutto fra la gente più umile. A partire dall’Ottocento diventa un piatto servito anche presso le famiglie nobili lombarde e piemontesi.  Alcuni personaggi storici si sono espressi su questo piatto: il conte Camillo Benso di Cavour disse di andarne ghiotto, il re Vittorio Emanuele II, grande bevitore e buongustaio, fa diventare il suo piatto preferito il “Grande Bollito Storico Risorgimentale Piemontese”, presentato nel trattato ottocentesco di cucina Cucina borghese. Semplice ed economica. di Giovanni Vailardi.

Oggi il bollito più che una ricetta è diventata una vera e propria esperienza culinaria, basti pensare alla famosa Confraternita del Bollito e della Pera Madernassa che è nata nel 1984 per far rivivere usi e costumi popolari del Piemonte e soprattutto la convivialità che si crea a tavola mangiando il famoso “bollito misto piemontese”.

Dal Medioevo in poi, nello stivale italiano si sono venute a creare diverse varianti di bollito, a seconda delle regioni, vediamone alcune.

Il più famoso: il bollito piemontese
Quando si parla di bollito, è inevitabile pensare a quello piemontese dal momento che è il più completo di tutti considerando i vari tagli che si utilizzano: imprescindibile è il fiocco di vitello, saporito e tenero.

Un tempo era noto come “il bollito dei sette tagli”, proprio perché nella preparazione si utilizzavano sette tagli di carne: la scaramella, il tenerone, la noce, la cullata, la punta di petto, il fiocco di punta e il cappello del prete. Sette però sono anche gli ammennicoli - testina con musetto, lingua, coda, zampino, cotechino, rollata, gallina - e le salse: salsa rossa, salsa verde ricca e rustica, salsa al cren, al miele, al cugnà e mostarda.
In certe parti del Piemonte si sostituiscono o si aggiungono alle sette salse tradizionali la salsa pearà e la salsa peverada e anche i contorni: patate lesse, cipolline al burro o insalata di cipolle rosse, rape lesse, carote lesse, zucchine, finocchi e foglie di verza al burro.

Il bollito lombardo
Senza dubbio più veloce da cucinare rispetto a quello piemontese, nel bollito lombardo si utilizzano solo tagli di bovino adulto: scamone, biancostato e punta di petto. Il successo della pietanza però è assicurato, soprattutto se si aggiungono la lingua e la testina di vitello che danno più sapore.
Come contorni solitamente viene usata la mostarda o la salsa verde e noi consigliamo di aggiungere anche degli spinaci al burro o del purè di patate.

Il bollito all’emiliana
Anche in Emila per preparare il bollito si utilizzano dei tagli di vitello accompagnati da salse saporite, che in questa regione sono principalmente salsa verde o mostarda.

Il bollito alla veneta
Si può considerare il fratello del bollito alla piemontese con un’unica differenza per le salse di accompagnamento: la pearà in Veneto è la salsa per antonomasia, soprattutto nella zona di Verona, e si prepara con il midollo, il parmigiano, del pane casereccio ammorbiditi con del brodo di carne.

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Il fricandò, l'antenato dello spezzatino di vitello

Il fricandò, l'antenato dello spezzatino di vitello
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Avete mai sentito parlare del fricandò? Si tratta di un piatto molto antico, nato nel Settecento nelle cucine delle famiglie contadine grazie all’usanza di collocare in un pentolone tutti gli avanzi e gli scarti di carne, aggiungendo patate, carote e qualche cipollina per rendere il piatto più gustoso.
La parola fricandò è molto musicale: sa di arietta di clavicembalo, di Settecento e infatti questo piatto possiede tutta la vivacità e la varietà di quelle sonate. Il suo profumo rustico invade le stanze di casa e annuncia l’arrivo dell’autunno.
Il nome fricandò, o fricantò a seconda delle regioni in cui ci si trova, deriva dal latino frigere, ossia friggere, perché un tempo la carne veniva fritta nell’olio o nel burro poco prima di essere servita nel piatto. Attualmente è un’appetitosa pietanza creata per cucinare la carne di vitello, a cui si aggiungono generalmente le verdure.

Esistono molte varianti del fricandò, ma le più conosciute sono quella valdostana e quella piemontese. Scopriamo insieme come si preparano.

Fricandò valdostano al profumo di cajun
Questo piatto, tipico della Valle d’Aosta, è sia autunnale che invernale ed è perfetto da abbinare alla polenta. Ne esiste una curiosa variante che prevede l’aggiunta di un mix di spezie chiamato cajun, composto da pepe nero, pepe bianco e tre tipi di peperoncino: cayenna, ancho e birdeyes.
Il cajun è un mix che nasce dall’incrocio di diverse culture culinarie: il termine allude alla lingua e ai costumi delle colonie francesi presenti nel sud degli Stati Uniti, in particolare nello stato della Louisiana. La cucina di New Orleans è infatti nota come “Cajun-Creola” e la sua filosofia si basa sul riutilizzo degli avanzi: niente si spreca, gli avanzi di oggi sono il piatto di domani e l’aggiunta consistente di spezie serve a donare un gusto sempre nuovo al prossimo piatto.
Seppur da parte opposta del continente, la storia è la stessa del 1700, anno in cui nacque il fricandò.

Il segreto per preparare un perfetto fricandò dipende essenzialmente dalla carne: è fondamentale scegliere un pezzo di vitello tenerissimo, tagliarlo a cubetti e infarinali. Basterà poi soffriggere la cipolla nel burro e far rosolare il vitello insieme a salvia e cajun. Infine, si aggiunge il brodo in cottura e si sfuma con del vino.
Il piatto è completo se accompagnato da un contorno di patate e di verdure che rendono più armonico il mix travolgente di sapori e di spezie.

Fricandò piemontese alla grappa
Una versione più classica e meno piccante del fricandò valdostano è quella piemontese, che possiede una lunga tradizione e solitamente viene servito durante i pranzi domenicali e in occasione di cene speciali.
Dal momento che il Piemonte è una regione fortemente legata alla produzione di grappa, non stupisce che il fricandò piemontese si distingua per la sua cottura sfumata nella grappa, anziché nel vino.

Nella ricetta piemontese, infatti, quando i pezzettini di carne di vitello raggiungono il colore dorato vengono fatti “sfumare” con alcune gocce di grappa. Ma attenzione, non con una grappa qualsiasi: se la carne risulta particolarmente grassa si deve scegliere una grappa dal buon grado alcolico, mentre se la carne è molto salata e saporita è meglio prediligere una grappa più delicata.

E per rendere onore a questo piatto della tradizione storica, accompagnatelo da un Nebbiolo D.O.C.: gli applausi dei commensali saranno garantiti!

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